estate2021: Il mondo vive se vive la biodiversità

Caro amico,

La Marabino ha sempre posto particolare attenzione al rispetto della biodiversità. Il territorio in cui ci troviamo, vicino all’oasi di Vendicari, è un paradiso: è ricco di piante e di arbusti tipici della macchia mediterranea come timo, origano, mirto, etc. A queste piante spontanee abbiamo affiancato nelle nostre terre alberi da frutto come albicocchi, peschi, azzeruoli, melograni, ulivi e carrube oltre a svariate piante officinali e aromatiche.

È semplice: crediamo che la monocultura crei squilibrio, che la natura sia fatta di variabilità e che se osserviamo la nostra “macchia” troveremo sempre una grande grande armonia data proprio da questà varietà. È questo ciò che vogliamo ricreare attorno ai nostri vigneti, un equilibrio naturale ricco di biodiversità autoctona.

Ma di cosa parliamo quando nominiamo la biodiversità?

Si tratta della grande varietà di animali, piante, funghi e microorganismi che costituiscono il nostro Pianeta. Una molteplicità di specie e di organismi che, in relazione tra loro, creano un equilibrio fondamentale per la vita sulla Terra. La biodiversità infatti garantisce cibo, acqua pulita, ripari sicuri e risorse fondamentali per la nostra sopravvivenza, è la nostra assicurazione sulla vita.

Tuttavia questo fragile equilibrio è oggi a rischio a causa della nostra presenza e in generale delle attività umane. L’aumento del nostro uso e consumo delle risorse naturali, più di quanta la Terra possa produrne, sta mettendo in pericolo l’intera sopravvivenza del Pianeta. Abbiamo sfruttato gli oceani, distrutto foreste, inquinato le nostre risorse d’acqua e creato una vera e propria crisi climatica. La Natura ha però una caratteristica unica: la capacità di rigenerarsi e di adattarsi ai cambiamenti. Riducendo il nostro impatto sulla Terra, gestendo al meglio le risorse, lasciando il tempo alla natura di rigenerarsi, la biodiversità potrà tornare a essere protagonista.

Nel nostro piccolo la conduzione Biodinamica dei terreni fa aumentare moltissimo l’attività microbiologica del suolo, questo grazie a una moltitudine di microrganismi che creano una biodiversità persino nel sottosuolo, sotto la superficie, facendone così accrescere la fertilità e donando maggiore vitalità alle piante.

Inoltre curare le bordure, i muri a secco, le siepi sono gesti essenziali per trovare quell’armonia paesaggistica che caratterizza il Val di Noto, territorio la cui biodiversità è arricchita dalla presenza di volatili, rapaci, aironi, oltre a conigli selvatici, volpi, rettili e insetti.

Il concetto di biodiversità non deve però essere limitato a ciò che cresce attorno ai nostri vigneti, crediamo fortemente debba essere parte integrante DEL VIGNETO. La scelta di piantare le nostre viti rigorosamente a mano, e non a macchina, innestando le barbatelle direttamente sul campo con selezione massale va esattamente in questa direzione.

La selezione massale è il metodo tradizionale di riproduzione delle piante: inizia dalla selezione delle marze (dei tralci di vite) scelte tra i vigneti più vecchi piantati prima della selezione clonale (una tecnica industriale risalente agli anni 70 che prevede la riproduzione di un numero infinito di piante dallo stesso “genitore”, piante con lo stesso DNA, esattamente l’opposto del concetto di biodiversità) e si conclude con il loro impianto, in vigna. La selezione massale si effettua in campo con un lavoro manuale fatto di osservazione delle piante grazie a esperti innestatori sempre più rari da trovare, un lavoro che implica costi e tempi di lavorazione di gran lunga superiori rispetto alla scelta di acquistare barbatelle tutte uguali presso un qualunque vivaio.

Con la selezione massale si garantisce una maggior ricchezza di biotipi di uva della stessa varietà, scelta che inevitabilmente conferirà maggior complessità e ricchezza ai vini. Solo partendo da un’attenta selezione massale si può dare spazio alla biodiversità nel vigneto al fine di ottenere al meglio l’espressione del territorio nella bottiglia, specie se non vorremo trovarci con vini sempre più omologati, ottenuti da piante figlie di una sola madre clonata un numero indefinito di volte.

Il concetto di biodiversità si lega fortemente agli elementi essenziali della vita, tra questi uno dei più importanti è l’acqua. L’acqua potabile non è una risorsa inesauribile e illimitata, pertanto deve essere preservata ed utilizzata in primo luogo per le esigenza primarie: bere, cucinare, lavare. Soprattutto non deve essere sprecata.

Il lavoro in ogni cantina comporta l’utilizzo di grandi quantitativi di acqua al fine di mantenere gli ambienti di vinificazione e tutte le attrezzature pulite e adatte all’uso alimentare. L’acqua è un bene prezioso, per questo qui a Marabino abbiamo sviluppato un impianto che depura tutte le acque utilizzate in cantina attraverso processi di trattamento che riproducono i processi di depurazione naturale caratteristici delle aree umide, dove interagiscono suolo, vegetazione e micro-organismi.

Abbiamo progettato e realizzato insieme al CSEI, il Centro Studi di Economia applicata all’Ingegneria guidato dal Prof. Salvatore Barbagallo – Professore ordinario di Idraulica agraria e sistemazioni idraulico-forestali presso l’Università degli Studi di Catania – un impianto a tre sistemi di fito-depurazione che consente di raggiungere un quadro ottimale di sostenibilità: abbiamo ridotto il nostro impatto ambientale con risultati straordinari, molto più sostenibili rispetto a quelli misurati nelle acque trattate con impianti convenzionali e, inoltre, senza la produzione di fanghi da smaltire.

L’impianto di fitodepurazione è una struttura per il trattamento naturale delle acque reflue che non comporta costi per il consumo energetico, che utilizza fattori naturali come la radiazione solare e l’azione delle piante lacustri autoctone, e che conclude il suo percorso in un laghetto naturale, inestimabile fonte di vita in un ambiente arido come il nostro. Depuriamo le nostre acque grazie alla Natura.

Insomma, all’interno di un’azienda agricola il miglioramento del paesaggio agricolo porta alla creazione di nuovi equilibri essenziali per ottenere una realtà sostenibile, rispettosa della natura e del lavoro dell’uomo. Oggi più che mai la scelta agricola è un atto politico, una scelta sociale, una visione basata su intuizione, osservazione e riflessione.

Grazie per aver letto fino a qui. A presto,
Pierpaolo Messina